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Persi nella nebbia

Qualcuno, in rete, si è perso nella nebbia, per così dire:Apple dopo i guai con l'Apple Pay e le disavventure con l'Apple Car, il Vision Pro, comprato da meno clienti di quei pochi già previsti e, probabilmente, non è più tanto conveniente da produrre.

Nemmeno il pagamento rateale, offerto dal software Apple Pay Later, a cui gli americani sono tanto affezionati non rende più a sufficienza e Apple a deciso di sostituirlo con un prodotto dalle funzioni analoghe offerto dal duo finanziario Apple-Affirm.

Qualcuno in rete ha fatto notare con un senso dell'umorismo parecchio macabro che l'Apple Pay Later è estinto ma i debiti e le rate ad esso legate sono ancorà lì, ben vivi, da pagare.

Il resto della rete non sembra avere gradito molto e c'è stato qualche sommovimento quando quel saggio di umorismo è diventato qualcosa di pubblio ma si è estinto rapidamente.

Dopo tutto, quell'iniziativa non era più molto conveniente per nessuno e la situazione finanziaria Americana, era troppo cambiata rispetto a quando quel pagamento a rate era stato proposto e Apple ha dovuto aggiornarla, se voleva fare ancora profitti con quell'iniziativa.

L'Apple Vision Pro verrà sostituito da qualcos'altro di più economico con meno accessori a bordo da fare pagare al cliente che lo vedrà, si spera, come più interessante sotto parecchi punti di vista, suoi e del portamonete da aprire per poterne usufruire.

Poi c'è al questione dell'Apple Car finita male in parte per motivi legati alla politica industriale Apple e in parte per motivi esterni, dovuti, nella maggior parte dei casi, ad una modo di vedere le cose inconciliabili con quelli Apple, carenze tecniche e costi non accettabili in quel momento.

A suo tempo non fu possibile raggiungere un accordo ragionevole per tutte le parti e Apple preferì chiudere questa vicenda. Ora pare che la parte informatica, gestionale e poco altro dati per morti con il progetto, erano collegati siano dispersi in qualche laboratorio senza alcuna prospettiva di uscirne in tempi brevi.

Poi, anche i giochi e le relative considerazioni di Apple sono note per non essere troppo favorevoli, se vogliamo minimizzare il quasi fastidio, per così dire, che Apple ha sempre provato per essi, qualunque cosa dica al suo pubblico.

Attualmente i giochi AAA, sono un imbarazzante fallimento. Anche per i loro autori e produttori. Curiosamente per le stesse, medesime, ragioni. Eccessivi costi, troppo tempo nella traduzione tra il dispositivo originale e quello Apple.

Apple, da parte sua, non si perita di nascondere la sua avidità nei confronti di qualunque cosa passi per il suo negozio on-line con la logica conseguenza che tutti i potenziali clienti scappano e si rivolgono altrove se vogliono passare un po' di tempo trafficando con un gioco degno di tale nome.

Microsoft, dal canto suo, per solidarietà con Apple, suppongo, ha voluto cacciarsi nei guai con Recall, la funzione strumentalizzabile da Microsoft,autori di malware e da chiunque abbia le conoscenza adatte per manipolarlo al solo scopo di trarne lucrosi profitti a danno dell'utente del dispositivo in cui è inserito.

OpenAi, la sussidiaria AI Microsoft dal canto suo, sta tentando di sfilarsi dal legame troppo stretto in cui Microsoft l'ha coinvolta, facendo un accordo con Apple e i suoi iPhone che le ha dato mani libere, Microsoft non ha gradito e, probabilmente gliel'ha fatto sapere.

Google non ha voluto essere da meno di quell'azienda e del pasticcio da lei combinato con la funzione Recall e OpenAI decidendo, in un primo tempoo che i suoi Tensor AI usati nella gestione dei suoi smartphone, i Pixel,sarà legata, fino alla versione 9, alle fonderie Samsung e ai suoi Exynos nonostante i loro consumi delle risorse energetiche e termiche dei Pixel.

Quando verrà il momento del Pixel 10, Google cambierà fornitore di wafer, chip e processori e passerà alle fonderie TSMC, che potrebbero fornire a quell'azienda risorse, molto meno dispendiose di quelle Samsung.

Alla prossima chiacchierata.

L'immagine di quelle rocce nella nebbia viene, ad esempio, da uno dei server di altphotos.com

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