Di solito, quando scrivo queste righe parto da quanto è scritto nei blog in lingua inglese, di solito più aggiornati rispetto a quelli italiani, anche quando i loro redattori non si degnano di scrivere quali sono le loro fonti.
Con questo non voglio dire che, in linea generale, i blog italiani siano scadenti ma solo che spesso, tranne qualche eccezione di cui parlerò più avanti, è come se fossero indietro di qualche giorno rispetto alla concorrenza.
Cominciamo dalle eccezioni.Ce ne sono di positive e di negative ma quella che le batte tutte, sia pure in negativo, è questa recensione dell'iPad Pro 13" trovata nel trollblog nazionale.
Quelli di quel blog dovevano avere carenze di introiti pubblicitari perchè il titolo di quell'articolo è fatto per attirare troll, hater e altra gente come loro che si guardano bene dal leggerlo fino in fondo.
In quel blog non capita quasi mai che i commentatori facciano una cosa del genere. Usualmente si limitano a leggere qualche parola del titolo, forse qualche riga del testo e corrono a commentare pur di fare sapere che esistono ancora.
Se poi sono in una delle loro giornate migliori, non esitano ad esibire,senza problemi, la loro ignoranza informatica, la frustrazione e la loro rabbia per l'impossibilità di interagire con l'argomento di cui stanno parlando nei loro interventi.
Qaundo, poi hanno a che fare con una recensione di qualcosa che non possono avere, usare in maniera "molto creativa", per usare un eufemismo riduttivo, o sono costretti a rispondere in maniera civile agli interventi altrui, i commenti si riempiono di tutto e di più.
In casi come questo e altri simili, curiosamente, è meglio prima leggere gli interventi dei visitatori e poi l'articolo a cui i loro commenti si riferiscono e non il contrario, come si fa di solito.
In quel blog quando gli interventi sono più di una decina o due, sono pure indicativi dell'ignoranza informatica di cui sono intrisi i loro autori e la dimostrazione di come sarebbe meglio non comportarsi quando si deve commentare qualcosa.
Qaundo sono meno di una decina, probabilmente l'articolo è fatto bene, dice cose interessanti, il suo titolo non è impostato per attirare troll e altri personaggi come loro e, probabilmente è stato scritto da qualcuno che sa di cosa sta parlando.
Di tendenze opposte gli altri due: il primo parla di varie cose, fotografia e relativi strumenti con una curiosa e ostinata fissazione per tutte le macchine fotografiche e affini, vlog compresi, che non siano Nikon e, spesso Canon con qualche temporanea eccezione in quest'ultimo caso.
Quando qualunque di quei produttori propone qualcosa autori e lettori delle pagine che ne parlano vanno in brodo di giuggiole e corrono ad acquistare qualcuno di quei prodotti o dice di volerlo fare e gli articoli di cui se ne parla, si riempiono dei loro interventi. Salvo poi pentirsi, di tanto in tanto, per averlo fatto.
La parte informatica è molto meno partigiana e gli articoli che si possono trovare in quel blog, di solito, sono lunghi, circostanziati e se si riesce ad arrivare al fondo, perdonatemi la malignità, interessanti.
Qualche volta, forse, va un po' oltre il limite della "lunghezza ragionevole", qualunque cosa significhi quell'espressione, ma quei suoi articoli sono da leggere, per via delle informazioni che fornisce e il loro stile è documentato in quelle pagine che sono dall'altra parte di quei due collegamenti che avete appena incontrato.
La terza eccezione è questa.Parla di cose varie, anche più di quell'altro, la prima eccezione, ha la tendenza a riempirsi di cose personali dell'autore ma vale la pena di leggere i suoi interventi e quelli degli autori del blog a cui ho accennato nel penultimo link (o collegamento, in italiano, lo ricordo).
Sorprendentemente,per me, ogni tanto qualcuno di loro riesce a compensare, parzialmente, questo ritardo mostrando pagine in cui ci sono commenti o racconti su cose a cui non avevo pensato.
Un esempio di questo genere di blog è questo, dall'altra parte del collegamento, che parla di retrocompunting e di emulatori usati per funzionare dei software, fatti per taluni sistemi operativi, su sistemi o dispositivi che ne hanno uno completamente diverso.
Nel caso dell'articolo a cui ho accennato, sono i vecchi giochi che funzionavano sui dispositivi Nintendo oramai fuori produzione che, notoriamente avevano un sistema operativo "molto diverso", per usare un eufemismo, da quelli Apple.
Leggetelo, ne vale la pena. Personalmente, ho scoperto il retrocomputing adatto a questo genere di giocatori leggendo quelle pagine. Non ne sapevo quasi nulla e ora la mia ignoranza, concedetemi questa autoironia, è molto meno profonda di prima.
Per il momento ci fermiamo qui. Alla prossima chiacchierata .
L'immagine all'inizio dell'articolo è stata trovata in hope.ac.uk
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