Faccio seguito ad un altro articolo di questo blog aggiungendo qualche altro luogo comune:i surface (Microsoft) venderanno tantissimo, forse spodesteranno la gamma portatile di Apple al completo (tutta: dai MacBook, gli MBAir sopravvissuti, i MacBookPro e tutto il resto).
Ora si parla di sospenderne la produzione. Non subito, per non far scappare chi li ha comprati da poco e nemmeno chi si è sentito preso in giro dalla Microsoft ma non ha avuto il coraggio di restituirlo, ma fra due anni. Sperando che nel frattempo i Surface si decidano ad abbandonare quegli scaffali e si facciano comparare a valanga anche se in rete e alla Microsoft ritengono che, a questo punto, una cosa del genere sia estremamente improbabile. Ma come si dice? La speranza è l'ultima a morire e dalla Microsoft arrivano smentite a qualsiasi cosa che riguardi queste sue macchine
Per completare le cose a sfavore di questa famiglia di dispositivi, i costi legati all'uso di qualsiasi suo componente erano spesso e volentieri maggiori, a parità di caratteristiche, di quelli Apple; di conseguenza alla Microsoft sono tornati, sgradevolmente, a contatto con la realtà quando si sono resi conto che i profitti preventivati potevano scordarseli.
Qualcosa di simile si può dire di Google.Ultimamente ha proposto la famiglia di prodotti che ha denominato Pixel fornendo l'appiglio per ogni sorta di battuta su quella scelta anche se, in sè, l'idea la proposta di quei prodotti non era sbagliata. L'errore, a mio parere, è stato fatto nella sua realizzazione e nella scelta dei prodotti destinati a comporla. Tra i vari prodotti ce n'era qualcuno a metà strada tra i MacBook e i Surface classificabile almeno secondo un paio di criteri quello riferito ai convertibili o l'altro, da considerarsi quasi un sinomimo, ricollegabile alla classe di prodotti dei 2 in 1.La differenza tre i due consiste nel come si considera il prodotto: nel primo caso si ha che fare con una sorta di dispositivo assimilabile ad un portatile, come i MacBook Apple in cui la parte legata alla tastiera è separabile da quella legata al display che può essere usato come quello di un tablet. Nel secondo caso è l'opposto: il display di un tablet che può essere unito, più o meno, ad una tastiera per formare un portatile. Qualunque sia il criterio che si usa, qualcuno, li ha esaminati e ne ha parlato bene ma nessuno sa davvero se funzionano ragionevolmente o in stile Surface della vecchia generazione, se sono ottime macchine o delle schifezze, visto che al momento della scrittura di queste righe non sono ancora stati provati seriamente. Google ha deciso di chiamarli PixelBook. Il loro prezzo, già noto, però, è una storia a parte e tutti hanno avanzato delle perplessità facendo notare debolmente, per non perdere pubblicità e indicizzazione per i loro siti e blog che è eccessivo per quanto fornisce. Anche in questo caso, mentre scrivo queste righe, costa quasi più di un MacBook o di un iPad di caratteristiche vagamente simili e, quindi, troppo alto per il mercato di destinazione le aziende e il settore educativo di classe medio-bassa. Nonostante questi lati negativi i tifosi in rete e i blogger sono convinti che i PixelBook, il loro nuovo mito, spazzeranno via dal mercato i rivali Apple. Più o meno, suppongo, come hanno fatto quelli precedenti, i Surface, i ChromeBook e i Pixel C da cui,in qualche modo, derivano. Tutti ritirati o prossimi ad esserlo per scarse vendite o male parole dette da molte degli utenti quando cercavano di usarli in maniera produttiva, bellamente ignorati da quei loro dispositivi che facevano quello che volevano. Ovviamente, al recente evento di presentazione dei prodotti Google, non c'erano solo i PixelBook, ce n'erano anche altri che al momento, dopo essere stati presentati in rete come poco più di curiosità, sono stati ignorati. Con una eccezione: i PixelPhone, i Pixel e i Pixel XL, come li ha chiamati Google. Ne ho già parlato in altri miei interventi ma qualche cenno lo meritano ancora...
Nel frattempo, Basta cercare in rete, dall'altra parte di questo collegamento e sia una vaga idea, perdonatemi l'ironia, di cosa si dice in rete su quei dispositivi.
Per il momento finisce qui....
N.B: La vignetta di Quino in testa all'articolo mi sembra esemplificatrice di un modo di vedere le cose, molto comune in rete.
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