Le muffe sono sempre state a disposizione dei laboratori di ricerca per vari scopi e solo recentemente si sono accorti delle possibilità di alcune di loro; scoprendo, quasi per caso, che possono fare qualcosa su cui sono state precedentemente istruite, memorizzarla e insegnarla, trasmettendo ad altre muffe quanto hanno imparato e quando si vogliono rovinare....Risolvono pure i problemi che vengono loro posti....Sono intelligenti. Il guaio è che lo sono molto più degli umani, talvolta. Di recente l'organizzazione dei consumatori americana Consumer Report ha misurato, tra le altre cose, la durata della batteria di un MBPro con Touch Bar che ha dato risultati strani, per usare un eufemismo riduttivo. Senza nemmeno fare le verifiche del caso si sono precipitati sul web a dire che quel MBPro era da gettare o quasi....Apple, a sua volta, ha voluto accertarsi su cosa era successo e sulle modalità della prova.
Per farla breve, quelli di Consumer Report avevano barato facendo le loro prove con la memoria tampone (la cache....) spenta, come fanno gli sviluppatori ma non gli utenti standard. Quella disattivazione, però, aveva messo in evidenza un baco, invisibile in altro modo, all'origine di quei consumi strampalati e ha salvato Consumer Report da qualche brutto guaio. Apple, dal canto suo, ha ricambiato il favore inviando poco dopo una versione di Safari priva di quella falla. Loro si sono precipitati a rifare le prove e, questa volta, come per magia, i risultati coincidevano, sostanzialmente, con quelli ottenuti da Apple nei suoi laboratori.
L'incidente è stato chiuso, quel MacBookPro non era più da cassonetto anche se quelli di Consumer Report, probabilmente, rimarranno scottati lo stesso da questa vicenda. Ma non sono i soli. Apple aveva portato guai anche ad Altro Consumo, in Italia, che aveva fatto, anche lei, una prova analoga su alcuni suoi dispositivi facendosi scoprire a barare. Anche lei. Non si è più ripresa dallo screditamento e tuttora evita scrupolosamente di esaminare prodotti informatici per non distruggere il prestigio che le resta.
Recentemente è stato stimato che un quarto del mercato delle cuffiette wireless è in mano alla Apple. Parecchi non hanno gradito e l'hanno fatto sapere molto rumorosamente in vari posti del web. Di là di quel collegamento c'è un esempio della reazione che hanno avuto i frequentatori della rete che si non ritrovati con cuffiette comprate quasi solo da loro o altre sbriciolate dalle vendite della AirPods. Probabilmente finirà com'è finita in altri casi come questo: tutto verrà insabbiato e dimenticato. Per non mettere in imbarazzo troppa gente....
Per ora finisce qui....
N.B: I collegamenti in rete indicati sono da considerare come esempio di pagine che parlano di dell'argomento a cui si riferiscono. In rete ci sono molti altri riferimenti simili. Basta cercarli.
L'immagine di testa rappresenta le Physarum Leucophaeum cugine, per così dire delle muffe a cui ho accennato nell'articolo.L'originale si trova in pinterest.com
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