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Polemica Samsung VS Apple: qualcosa sfugge a molti utenti...

Non per riaprire antipatici diverbi tra utenti samsung e Apple, (non capisco come mai, ogni volta che esprimiamo un'opinione su tale faccenda questo luogo ameno si trasforma in un covo di gente "poco garbata", per usare un eufemismo) ma leggendo qua e la' per il web e oltre mi sono imbattuta in un articolo del magazine WIRED, che bisogna ammettere che è molto apprezzato e seguito da tanti appassionati di tecnologia, che siano pro Apple o Samsung o entrambe (o nessuna delle due).
Mi piacerebbe estrapolare da tale articolo le parti per me più significative, che esprimono molto bene un'ideologia assai più profonda di certe convenienze economico/commerciali che molti tentano di far passare come unico fattore scatenante di questo dibattimento processuale. Ciò che ho già tentato di spiegare  in più di un post, parlando di un "valore morale", che faticosamente sono riuscita a far capire (anzi per lo più è stato frainteso, o addirittura deriso).
Vi riporto pertanto parole non mie, ma dell'autore Antonio Dini, dell'articolo di WIRED:


Nella causa Apple vs Samsung negli Usa il punto cruciale come è noto è se Samsung abbia copiato alcune tecnologie e il design dell'iPhone. Le tecnologie sono il multitouch, il bounce back, lo scroll, il pinch e il tap. Secondo la giuria americana, Samsung le ha copiate. Samsung si è risentita, farà com'è giusto che sia appello (anche perché deve pagare 1,05 miliardi di dollari guadagnati secondo il giudice alle spalle della ricerca di Apple e probabilmente ritirare otto dei suoi prodotti dal mercato Usa) e soprattutto tira l'acqua al suo mulino, dicendo che adesso i consumatori Usa avranno meno scelta e spenderanno di più per i telefoni. A parte che il ragionamento è falso da un punto di vista logico (se dare più scelta e prezzi più bassi vuol dire offrire prodotti copiati, allora andiamoci tutti a scaricare la musica piratata, che c'è più scelta e prezzi decisamente più bassi, o a comprare le felpe di Abercrombie vendute in spiaggia dai vu'cumpra' a 10 euro), c'è di più. Infatti, a parte le legittime reazioni di Samsung, c'era la possibilità di approfondire un tema importantissimo: quello dei brevetti software e di interfaccia, che poi sono quelli che Samsung ha copiato da Apple. Un'occasione persa.
 Ebbene, il ragionamento di molti giornalisti nostrani si è limitato a dire: Apple aveva brevettato sei gesti con le dita, cioè la pinza, il dito che struscia, il dito che scorre, il dito che allarga, il tocco a due dita. Messa così, sembra che Apple abbia cercato di brevettare la gente che respira o come si fa a camminare, a mettersi le mani sulla pancia, grattarsi un orecchio. Ma purtroppo per loro non è così, e il sostenerlo è figlio di una ignoranza che varrebbe la pena scriversi chi lo sostiene per poi misurare con questa avvertenza anche le altre opinioni e informazioni che fornisce, soprattutto quando parla di innovazione e creatività.

Per quanto riguarda il design dell'iPhone, dire che "Apple ha brevettato l'angolo smussato" in un paese che deve buona parte della sua credibilità alle scuole di design e all'esportazione del Made in Italy secondo me è un autogol che rasenta la malafede. Andate allora a dire ad Armani che ha fatto solo una camicia? O alla Ferrari che ha fatto la macchina con due sportelli? E se arriva un coreano che fa la camicia di Armani o la Ferrari, tale e quale che non le distingui se non ti metti seduto sotto una buona luce a guardare con calma, gli dici che fa bene perché così aumenta la scelta dei consumatori e i prezzi sono più bassi?

Quando Steve Jobs a gennaio del 2007 presentò l'iPhone, che aveva tutte le tecnologie sopra indicate fin dalla prima versione e un design sostanzialmente analogo a quello di oggi, il team di ricercatori e designer di Apple ci lavorava sopra da più di sei anni. [...]
Non esistevano il multitouch e le altre tecnologie, ma solo il singolo touch con il pennino, molto impreciso e ritardato, oppure telefonini con decine e decine di tasti e funzionalità da azionare con combinazioni degne di un polipo affetto da crampi. Apple aveva lavorato su tutto questo e aveva fatto scelte radicali, avanzando su un terreno che nessuno si era mai esposto a frequentare sul piano commerciale. Il risultato è un sistema operativo che, dopo sei anni, è ancora valido [...]


Qualche anno dopo, mentre facevo un giro tra i fornitori di tecnologia di Taiwan, [...] parlai con una gentile signora di una di queste aziende che produceva schermi touch. Lei mi spiegò che, dopo il successo di Apple, erano venuti da loro una dozzina di produttori di smartphone che volevano schermi "identici a quelli dell'iPhone" e loro spiegavano che non era possibile produrre un multitouch così preciso e "naturale" nella risposta senza fare investimenti colossali e anni di ricerca e affinamento sia software che hardware. Anche avendo a disposizione tutto il lavoro che si poteva dedurre ad esempio sul funzionamento dell'interfaccia multitouch [...]:  "Ma è una interfaccia incredibilmente complicata da realizzare da un punto di vista software e con l'integrazione dell'hardware: non ho mai visto una cosa così difficile e complicata in questo settore. È il lavoro di geni straordinari, di pazzi scatenati". Risultato: solo chi poteva duplicare i processi di ricerca di Apple e contare sul suo lavoro di inquadramento poteva replicare quella tecnologia senza doverla chiedere in licenza [...]
Era la considerazione resa da un fornitore di tecnologia che era frustrato dal fatto di essere stato superato da un'azienda americana e di non poter duplicare la loro tecnologia apparentemente semplice perché troppo complessa e costosa. Non pensavo fosse anche una lezione di giornalismo su come ci si dovrebbe documentare e su cosa si dovrebbe capire prima di aprire bocca e dire (o scrivere) in modo denigratorio o al limite semplicistico che Apple "ha brevettato sei gesti con le dita" oppure che ha "brevettato l'angolo smussato".

Così, per una volta che il dibattito era sul merito, sul contenuto dell'innovazione e di cosa voglia dire veramente fare ricerca e sviluppo, di cosa sia prodotto dal valore e dalla passione delle persone e di cosa sia invece ostruzionismo e desiderio creare ostacoli legali senza alcun merito, invece non se n'è fatto di niente. [...]
Invece, la nostra polemica è tutta contro Apple, perché va di moda dare addosso a chi vince (si sarà messo d'accordo con l'arbitro? È un cattivo monopolista?) e basta. Peccato.

Viene la considerazione finale: la difesa di Apple per il suo "Designed in Cupertino", che è stato definito da Tim Cook "un dovere etico" perché legato alla libertà di innovare e di migliorare, proteggendo le proprie idee ed invenzioni, è un tema che non attira simpatia. Sia perché i primi della classe non fanno mai troppa simpatia, per quanto bravi siano, sia perché mette in luce la malafede del nostro paese, che da un lato predica la meritocrazia e il primato dell'innovazione, del Made in Italy, e dall'altro pratica la rendita di posizione e la gerontocrazia. Troppo facile così, però





7 commenti :

  1. A copiare sono bravi tutti ma ad innovare…

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  2. devo dire che mi trovo d accordo, perchè sarà anke che apple se la tira tanto, ma comunque rimane il fatto che prima del primo iphone di tecnologie così non ce n era in giro, e la foto famosa del prima e dopo apple nei telefoni samsung riassume appieno l idea.

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  3. Sto ancora attendendo che la apple mi dia la possibilità di creare app senza dover pagare 70€ annui....anche sui dollari che ci guadagna la apple ci scrive "Designed in cupertino"???

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  4. Mai letto articolo piú preciso meritevole di apprezzamento

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